Malattie

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SCABBIA

Malattia parassitaria della pelle determinata dall’infestazione da parte di un acaro, il Sarcoptes scabiei o acaro della s., detta anche rogna. La trasmissione avviene in genere per contatto diretto dal soggetto infestato a quello sano, o anche per mezzo della biancheria personale. Il parassita si annida nella cute, dove le femmine gravide si scavano un cunicolo nello strato corneo dell’epidermide, specialmente alle pieghe interdigitali, ai polsi, lato flessorio dei gomiti, alle ascelle, areola mammaria, alle regioni genitali, soprattutto nei bambini alle pieghe dei glutei e piedi capo e collo sono risparmiati. L’acaro può vivere solo pochi giorni al di fuori dell’organismo umano, ma sono sufficienti a garantirne un’ampia diffusione.

INCUBAZIONE
Da 4 a 6 settimane

CLINICA
Il sintomo principale della s. è rappresentato dal prurito, più intenso di notte, e tale da comportare lesioni cutanee da grattamento (escoriazioni, vescicole, croste, infezioni batteriche sovrapposte): tali lesioni possono a volte mascherare la vera natura della malattia. La s. assume aspetti clinici diversi in rapporto all’estensione del processo morboso o all’eventuale sovrapposizione di complicazioni dovute al grattamento. Il sintomo caratteristico è dato dal cunicolo scavato dall’acaro, che ha forma lineare o ad arco di cerchio, di colore bianco o roseo, simile alla cute vicina, lungo fino a 2-3 cm, e termina con una piccola vescica sotto la quale si trova il parassita. Entro il cunicolo la femmina depone le uova, da cui in 3-5 giorni si sviluppano le larve queste maturano sino allo stadio adulto in 14 giorni ca. Accanto al cunicolo si possono osservare, specie nelle forme che durano da tempo, alcune vescichette perlacee a contenuto limpido e prive di alone infiammatorio.Le possibili complicazioni sono provocate da grattamento: vesciche da batteri piogeni, pustole impetiginoidi, eczemi ecc. In mancanza di cure la malattia si cronicizza. Una forma clinica particolare è costituita dalla s. norvegese, caratterizzata da ipercheratosi, croste ed eritrodermia estesa, con possibile localizzazione al capo e al collo.

DIAGNOSI
L'esame microscopico diretto permette di vedere l'acaro.

TERAPIA
Richiede l’applicazione su tutta la superficie cutanea di pomate antiparassitarie (permetrina, crotamitonum, benzoato di benzile) e la disinfestazione della biancheria personale, coperte, vestiti, trattamenti che vengono estesi anche agli altri membri della famiglia. Dopo 24-48 ore di appropriata terapia il paziente non è, abitualmente, più contagioso, anche se nel 50% dei casi il prurito potrà persistere più a lungo e richiedere il trattamento con antistaminici per via sistemica.